C’è una bella storia d’amore che riguarda il Prato della Contessa, un grande pianoro a 1400 metri di altitudine sulle falde del monte Amiata, circondato da maestose faggete e da abetaie che profumano di resina. Il prato deve il suo nome ad un episodio che vide protagonisti la contessa Gherarda degli Aldobrandeschi di Santa Fiora e il giovane Adelardo, feudatario di Chiusi, che molto spesso si dedicava a tornei d’ arme e a competizioni cavalleresche.
In una di queste, svoltasi a Buonconvento, Gherarda lo conobbe e ne rimase colpita. Gherarda, innamoratasi a prima vista del cavaliere, fece di tutto per far organizzare ai monaci dell’Abbazia cistercense di S.Salvatore, presso cui trascorreva alcuni mesi dell’ anno per studio, un torneo equestre con il secondo fine di rivedere Adelardo, signorotto di Chiusi. Fu scelto dai monaci un territorio pianeggiante, l’unico possibile, quello del Prato che poi fu detto della Contessa, dove (si era in pieno medioevo) furono abbattute piante secolari per far spazio al carosello.
Così Gherarda e Adelardo si rividero ed amoreggiarono spesso proprio in quel luogo, che rappresentava la cornice ideale ad un grande, piccolo amore di giovani adolescenti.
Poi la storia non ebbe il seguito che ognuno si potrebbe aspettare.
Gherarda andò sposa ad un rampollo degli Orsini di Pitigliano perchè così era stato deciso, per convenienze politiche, dalle due illustri famiglie. Un matrimonio combinato, che ebbe come conseguenza l’apertura delle porte di un convento per il giovane Adelardo, e di lui non si seppe più nulla.
E’ rimasto quel Prato, nato per amore, cui furono poi attribuiti fatti dolci e suggestivi.