Il termine Super Tuscan è stato coniato all’inizio degli anni ’80 per descrivere un blend rosso toscano. Ciò che rende il vino “super toscano” diverso dagli altri vini toscani (come il Chianti) è l’uso di uve da vino che non sono autoctone in Italia. In particolare Merlot, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, and Syrah. La creazione di vini super toscani è il risultato della frustrazione dei produttori di vino nei confronti di una lenta burocrazia nel modificare la legge italiana sul vino negli anni ’70. I produttori di vino hanno iniziato a mescolare varietà di vino “non autorizzate” (come il Merlot) nelle loro miscele per produrre vini di alta qualità. Il sistema legale alla fine cedette nel 1992 con la creazione di IGT, una nuova denominazione che diede ai produttori di vino la capacità di essere più creativi. Il più famoso super Tuscan wine è il “Sassicaia” “Tignanello” dal canto suo è stato creato da Antinori nel 1971. Fu il primo vino super toscano, e oggi il Tignanello è un blend di 80% Sangiovese 15% Cabernet Sauvignon e 5% Cabernet Franc.
E questo è il tema del nostro tour. Pedaleremo su e giù e tra le colline di uno dei territori vinicoli più recenti della Toscana, l’Alta Valdera, alla ricerca di quelle perle nascoste e le assaggeremo e conosceremo i segreti della loro lavorazione direttamente dai produttori. Ognuno di loro ha una storia da raccontare ed è sempre qualcosa di straordinario da ascoltare.
Conosceremo anche il gusto del cibo locale, senza contare che siamo in Toscana e, ehi, si tratta di carne, selvaggina, cinghiale, funghi porcini e tartufo! Ma non solo Impareremo anche a interpretare l’antica tradizione della cucina toscana in un modo completamente diverso, utilizzando ingredienti biologici naturali e senza carne! come? Cristina Fusi, la nostra chef istruttrice, condividerà con noi la sua esperienza e ci mostrerà come preparare tanti piatti deliziosi e sani senza dover dire addio al gusto toscano.
Visiteremo anche uno dei borghi più belli dell’intera regione, Volterra, e ne sperimenteremo l’architettura e i dintorni, insieme al suo gusto attraverso una cena in uno dei nostri ristoranti gourmet selezionati. Andiamo a conoscere i protagonisti del nostro soggiorno!
Andiamo ad incontrare i protagonisti del nostro soggiorno
Badia di Morrona
Nello splendido contesto tra Pisa e Volterra Badia di Morrona può contare su una tenuta di 600 ettari, in cui boschi di cipressi, lecci e querce lasciano spazio a 40 ettari di uliveti e, soprattutto, a 110 ettari di vigne che risalgono i dolci pendii a ridosso del fiume Cascina, tra i comuni di Terricciola e Casciana Terme Lari.
È proprio in questa zona della tenuta che, già ai tempi dell’acquisto della proprietà, nel 1939, la famiglia Gaslini Alberti trovò i primi vigneti, testimoni di una viticoltura storica e radicata nel territorio.
Negli anni ’90 Duccio Gaslini Alberti, padre degli attuali proprietari Filippo e Alessandra, ha dato una svolta qualitativa alla produzione vinicola avviando una grande opera di reimpianto, con la lungimiranza di conservare le vigne più promettenti. Il desiderio della proprietà era anche quello di individuare i cloni, la densità di impianto e i sistemi di allevamento ideali per creare espressioni del territorio autentiche e di alta qualità.
Il risultato di queste ricerche è oggi sotto i nostri occhi: sul fronte delle uve rosse, nettamente predominanti nella tenuta, il Sangiovese ha un ruolo di primo piano. Al vitigno toscano per eccellenza è infatti dedicato il 60% dell’intero parco vitato, mentre alcune parcelle sono state destinate anche a Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot e Syrah. È presente anche un altro vitigno rosso autoctono, il Canaiolo, impiegato in uvaggio per la sua forza cromatica. Per quanto riguarda le uve a bacca bianca, Vermentino e Chardonnay sono le più significative
e si fanno notare al centro del parco, nelle vigne pianeggianti. In un’ottica di continua ricerca e innovazione va letto anche il passaggio dalla millenaria Badia, splendido nucleo storico della tenuta e prima casa dei vini di Badia di Morrona, a una cantina moderna, progettata in chiave sostenibile. Entrambi questi elementi sono punti di riferimento nel territorio, segnando un perfetto equilibrio tra passato e presente che affascina i visitatori.
Pieve de Pitti
La Pieve de’ Pitti si trova all’estremità meridionale del comune di Terricciola, nel cuore delle Terre di Pisa a 140 metri sul livello del mare.
Una proprietà di centonovantotto ettari coperti da boschi, campi coltivati e soprattutto vigneti e uliveti, che si estendono, a raggiera, sulla collina dominata dalla Villa e dal Castello di Pava. La Pieve de’ Pitti deve il suo nome alla famiglia fiorentina Pitti, proprietari del podere fino alla metà del Seicento e alla chiesa parrocchiale di San Giovanni, edificata sui resti di un’antica chiesa etrusca e consacrata ancora oggi. Spinti dalla convinzione che potessero diventare vignaioli e produrre il loro Chianti, la famiglia Gargari lasciò il lavoro e si trasferì a Pieve de’ Pitti, nelle Terre di Pisa, una delle più recenti regioni vinicole della Toscana. Caterina Gargari, architetto da quel momento prestato all’agricoltura, ha trascorso diversi anni personalmente, supportata dapprima da consulenti, lavorando alla sua vigna più antica, quella che suo nonno ha piantato alla fine degli anni ’60, sfruttando tutto il tempo libero per imparare tutto ciò che poteva sulla coltivazione della vite e sulla produzione del vino. E viaggiando molto in giro per il mondo, visitando amici che producono vini in diversi paesi, assaggiando (e bevendo!!) molto, sperimentando direttamente un approccio diverso alla viticoltura e alla vinificazione. In base al loro gusto e alle loro tradizioni, i Gargari fanno proprio il carattere “rubestio” (unico rustico e schizzinoso) del Sangiovese e nel 2001 lanciano Pieve de’ Pitti con la sua prima annata, che riscuote un grande successo di critica e li porta alla ricerca per ulteriori uve Sangiovese di alta qualità. Come la maggior parte delle terre toscane, i loro terreni, sabbie, argille e calcari, sono ricchi di conchiglie e fossili, ma il carattere originario dei loro vini deriva principalmente dalle brezze marine che soffiano intensamente tutto l’anno da Sud-Ovest, sul Miemo e le colline di Castellina. Tali sbuffi danzano attraverso i loro acini con un abbraccio salino, intenso e sorprendente. Ecco perché in seguito piantano il Vermentino, noto per essere un’uva della costa mediterranea, su un terreno non tradizionale con influenze marine dirette. E poi semplicemente per il loro amore per i vini bianchi freschi e saporiti. Per lo stesso motivo si sono innamorati della gemma preziosa della vendemmia tardiva Trebbiano, un’uva dorata e succosa che ha fatto la storia nelle Terre di Pisa. Si sono sentiti liberi anche di piantare del Syrah, per aggiungere note speziate e un po’ di verve allo stile classico che rappresenta perfettamente loro e la loro filosofia.
Tenuta di Ghizzano
La Tenuta di Ghizzano è una delle aziende agricole più antiche del territorio, ma anche una delle più innovative. Completamente biologica e biodinamica conta oggi circa 280 Ettari, di cui 18 a vigneto, 15 a oliveto, 100 ettari a colture cerealicole e 150 tra boschi e pioppete. Ghizzano è un piccolo borgo collinare, a circa 200 metri di altezza sul livello del mare, situato sulla Costa Toscana nella zona detta delle “Terre di Pisa” a sud-est di Pisa, a 40 km da Livorno e 40 km a sud di Pisa. Il paesaggio è morbido e il clima è dolce perché mitigato dalle arie marine; senza grandi estremi di temperatura e senza grandi rischi di gelate primaverili. Il terreno è un composito molto interessante, costituisce una delle formazioni più rappresentative del vario e complesso panorama pedologico delle Terre di Pisa: è formato da sedimenti marini di epoca geologica definita “Astiana” (o facies astiana), rappresentati da sabbie argillose più o meno calcaree, dove è facile trovare fossili di conchiglia. Il Veneroso (Super Tuscan) è il vino storico dell’azienda e il più rappresentativo. La prima annata di produzione è il 1985 e da allora interpreta, con il suo frutto elegante, maturo e la sua mineralità le caratteristiche del terroir da cui nasce. Prevalentemente da uve Sangiovese con una piccola percentuale di Cabernet Sauvignon, è diventato un punto di riferimento per la zona vitivinicola da cui nasce. Prevalentemente da uve Sangiovese con una piccola percentuale di Cabernet Sauvignon, è diventato un punto di riferimento per la zona vitivinicola da cui nasce.
Cristina Fusi
Cristina Fusi è un’appassionata ricercatrice e chef, specializzata in “cucina naturale”.
In questo particolare territorio della Toscana, e più in generale tra un gruppo di persone in forte crescita in tutta la regione, si è affermata una nuova tendenza enogastronomica, alternativa all’approccio tradizionale ma non in contraddizione con esso. Dall’abbraccio di materie e ingredienti biologici, sia per produrre vino che per preparare cibi, questo processo di rinnovamento della cucina toscana si sta dirigendo verso una reinterpretazione dei sapori e del gusto tradizionali con attenzione alla sostenibilità.
Cristina Fusi è una delle più importanti esponenti di questa tendenza relativamente nuova, e attraverso il suo restyling biologico-vegano della cucina toscana dà vita costantemente a un’ampia gamma di ricette, sia dando forma definita all’esperienza della comunità, sia creando piatti del tutto nuovi, dalla tradizione toscana alla contaminazione con ingredienti e tecniche provenienti da tutto il mondo.
Insieme a Cristina impareremo a reinterpretare i classici della cucina toscana, come il Cacciucco (ex piatto della bandiera livornese, il re della zuppa di pesce) o come utilizzare i prodotti locali come le fragole (il territorio di Terricciola è uno dei maggiori produttori di fragole in tutta la terra) e condire le verdure nei modi più inaspettati.
Questo il link al suo libro di cucina, per chi volesse dare un’occhiata al suo lavoro: http://www.terranuovalibri.it/libro/dettaglio/cristina-fusi/cinque-stagioni-in-cucina-9788866810452-235762.html
Siamo veramente felici di presentarvi Cristina e il suo mondo culinario e di averla deliziata il nostro viaggio con un approccio completamente diverso da quello che sperimenteremo nelle nostre degustazioni e cene durante tutto il nostro soggiorno in Valdera e Pisa.
I due workshop saranno tenuti dall’Enoteca di Terricciola, top location di proprietà del Comune di Terricciola, che ufficialmente sostiene la nostra iniziativa come buona pratica per un modello di turismo sostenibile. Dispone di una grande cucina professionale completamente attrezzata, una sala in una tradizionale “cantina” toscana e, soprattutto, una terrazza al sole, dove consumeremo i prodotti dei nostri sforzi.
Programma giornaliero standard
Giorno #1
Check, aperitivo con buffet, wine tasting a Badia di Morrona. Cena a Badia di Morrona
Giorno #2
Al mattino: laboratorio di cucina con Cristina Fusi (a cura dell’Enoteca di Terricciola); pranzo con ciò che verrà preparato durante il workshop nel giardino dell’Enoteca. Nel pomeriggio degustazione di vini nellaTenuta di Ghizzano; cena a Badia di Morrona.
Giorno #3
Al mattino: laboratorio di cucina con Cristina Fusi (a cura dell’Enoteca di Terricciola); pranzo con ciò che verrà preparato durante il workshop nel giardino dell’Enoteca. Nel pomeriggio degustazione di vini presso PIeve de Pitti; quindi una breve visita a Piazza dei Miracoli a Pisa e per finire cena presso uno dei nostri ristoranti selezionati sulle spiagge di Marina di Pisa.
Giorno #4
Trasferimento in stazione o aeroporto.
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